Outlander,  Recensioni

"Thank you, Sassenach" – Recensione Episodio 1.01 di Outlander

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Sono passati anni ormai da quando ho letto questi libri. Anni in cui pensavo che se mai fossero stati presi in mano dalla persona giusta, che li vedesse prima di tutto con il cuore e poi con il portafoglio, allora forse si sarebbe ottenuta la magia. Mai in tutti questi anni ho pensato potessero essere costretti o compressi in un film, mai……

Questa mia convinzione, mi ha tenuto lontana da tutti i gruppi che ne parlavano.Ho mantenuto la mia idea. In giro leggevo speculazioni, possibili attori, e tanti se e altrettanti no! Come dare torto ai no, in fondo, negli ultimi anni, abbiamo visto tanti libri stravolti dal grande e piccolo schermo, stravolti da gente che pensava solo a farci soldi, non ultimi True Blood e Game of Thrones (molte polemiche ha suscitato l’ultima stagione da parte dei fans dei libri), entrambi HBO, e quindi, mi sono ritrovata a pregare: “ok, chiunque ma non loro!”.

Poi arriva la news: Starz/Sony e soprattutto Ron D. Moore produrranno Outlander e ho pensato “ok ce la facciamo, forse il mio sogno si avvera”. Da qual momento le cose si sono mosse più velocemente di quanto avessi immaginato e nell’arco di pochi mesi abbiamo avuto attori, locations, date, costumi e soprattutto protagonisti nei cui occhi vedevo proprio quello che leggevo in quelle migliaia di pagine.
A questo punto tenere i piedi a terra non è stato facile, mantenere un distacco obiettivo diventava sempre più complicato, e io obiettiva volevo esserlo, non potevo fare altrimenti, non volevo che la mia aspettativa venisse tradita.

Siamo finalmente arrivati al 2 agosto 2014, alle 6 del mattino sono al pc e mi guardo la puntata e penso “forse ho visto male, forse li amo talmente tanto, che vedo più di quello che in realtà c’è”, quindi decido di fare una terza, sì avete letto bene, terza, visione della puntata con 2 persone che non conoscono i libri di cui un ragazzo di 17 anni! E succede quello che speravo. Sì, perché anche loro ne rimangono folgorati: il fascino della Scozia prevale e avvolge tutti, la sigla ha prevalso non solo me, ma anche loro e ci ha trasportati in un libro regalando le stesse emozioni che aveva regalato a me la prima volta!

Proprio così, la puntata non ha deluso, e viste le premesse, può solo migliorare e aumentare il ritmo e il livello di attenzione esattamente come ha fatto il libro. Tutta la puntata è stata un crescendo di colori, emozioni, musiche, e tanto altro….

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La delicatezza con cui ci fanno affacciare nella mente e nell’anima di Claire mi ha quasi commossa. In poche battute ci hanno fatto vivere attraverso di lei, attraverso la sua anima; ci hanno fatta intravedere la sua dolcezza così celata, la sua giocosità, la sua passionalità e avevo voglia di urlarle “finalmente ci conosciamo!”. Frank è dotato di quella calma riflessiva e di quell’aplomb che lo ha sempre contraddistinto nella mia mente. Ci hanno trasportati attraverso la Scozia degli anni 40 mostrandoci luoghi e panorami come fossimo anche noi sulla loro auto, ci hanno portati a casa del Reverendo, dove Claire ci ha mostrato un turbamento mal celato per quello che la sua mano e i suoi fondi del tè raccontano. E poi i Druidi. La cerimonia mi ha incantata, affascinata e commossa come solo una magia pura può fare.

Ed ecco che si arriva al “grande salto”, che è stato gestito con immensa maestria, vissuto attraverso un incidente automobilistico (così come lo descrive Claire nel libro), ma che ti fa approdare in un mondo pieno di colori vivissimi in netto distacco con il freddo ed il grigiore del 1945 (lo avete notato?). Il salto lo abbiamo fatto anche noi con lei, perché quando Claire si ritrova nel XVIII secolo i colori sono talmente accesi e saturi da sembrare quasi un piccolo mondo di Oz.
E sulla scia degli spari delle Giubbe Rosse partono le cornamuse, esattamente come l’attacco di un direttore di orchestra, e tutto accelera e hai il cuore in gola e ti ritrovi a correre con lei e dirle “scappa!”………. e boom! si trova faccia a faccia con il personaggio più perfido e agghiacciante che io abbia mai letto, che per un tremendo scherzo del destino ha lo stesso volto del marito ed è esattamente l’antenato su cui lui stava indagando. Black Jack Randall impiega un minuto a far ben capire le bassezze di cui è capace e la mia mente stava già imprecando contro di lui, contro quello che sarà e soprattutto come è sempre accaduto nei libri prego per la sua morte lenta e dolorosa accompagnata da questo costante senso di nausea che è in grado di provocarmi! (Tobias un attore superbo in entrambi i ruoli).

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L’arrivo di Murtagh, assieme alla confusione di Claire dipinta sul suo viso difronte all’incitamento in gaelico di seguirlo e scappare con lui, è riuscito a farmi ridere nell’arco di pochissimi secondi. Ero sempre più agitata per l’incontro imminente con The King of Men; non vedevo l’ora e immagino anche voi! La porta del capanno si spalanca ed eccolo lì su quello sgabello, con quella spalla slogata che fa male solo a vederla, e le pupille dilatate come fosse vero: Jamie Fraser mi appare in carne ed ossa sullo schermo, anche lui come tutti gli altri.
Vedere Claire interagire con il Clan pur mantenendo il suo polso saldo, la sua lingua lunga, la sua totale impossibilità a non prestare soccorso a chi ne ha bisogno e vedere il volto di Jamie che si accende di ironia e gli occhi che si illuminano di quella malizia così ben descritta nelle pagine da Diana Gabaldon (Sam Heughan è Jamie Fraser) ed un Dougal MacKenzie (magistrale Graham McTavish) torreggiare austero e padrone di sé e della situazione, va oltre ogni mia possibile immaginazione.

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Insomma diciamocelo, in realtà Claire alla fine ha ragione, le sue ultime 24 ore avrebbero ucciso o mandato fuori di testa chiunque! E invece no. Loro, e con loro intendo tutto, personaggi e panorami, si sono presentati come descritti e letti, con la stessa magia anche con gli arrangiamenti e le aggiunte fatte per la tv (persino i fiori di Claire acquistano peso e valore).

Ogni tanto nella vita si ha la fortuna di assistere all’opera perfetta, dove tutti dal direttore d’orchestra al trovarobe (ndr: personaggio dentro i teatri che lavora dietro alla quinte) non sbagliano una virgola. Questo è quello che è successo il 2 agosto 2014, quando la Starz ha regalato a tutti noi un sogno! E tutte queste meravigliose persone che lavorano a questo progetto hanno insegnato a tutti gli altri che è possibile trasportare un libro, molto ben scritto, senza stravolgerlo ma semplicemente adattandolo al piccolo schermo. Questo è il risultato: gente estasiata, qualità altissima ed attori che hanno dato vita davanti ai nostri occhi a quei personaggi che ci accompagnano da oltre 20 anni.

Ultima, ma non per importanza, la sigla d’apertura “The Skye Boat Song” a cura di Bear McCreary (Battlestar GalacticaThe Walking Dead, Black Sails) è qualcosa di semplicemente meraviglioso ed in sintonia perfetta con la serie tv. Una canzone che inizia quasi in maniera delicata e si evolve in un crescendo di note come è appunto Outlander e la sua storia.

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L’unica conclusione che posso dare è, quanti minuti mancano al 16 Agosto?!Li state contando anche voi?

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4 commenti

  • Elena manzella

    Recensione bellissima condivido al 100% TUTTO! È esattamente identico a ciò che provavo mentre leggevo i libri e vedevo la puntata . Attori superbi e la sigla fantastica . Voto 10 e lode

  • Elena manzella

    Recensione bellissima condivido al 100% TUTTO! È esattamente identico a ciò che provavo mentre leggevo i libri e vedevo la puntata . Attori superbi e la sigla fantastica . Voto 10 e lode

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