OUTLANDER 5: Diana Gabaldon parla del penultimo episodio (e della scena che ha visto “Almeno una decina di volte”)
L’autrice parla della sua esperienza di sceneggiatrice per l’episodio 5×11, tra riflessioni e retroscena.
Questo periodo di distanziamento sociale non sta andando esattamente come Diana Gabaldon, l’autrice dei romanzi di “Outlander”, aveva pianificato.
“Per gli scrittori, il distanziamento sociale è la vita normale”, lei dice. “Ci piace molto restare da soli nelle nostre case per lunghi periodi di tempo. Quindi, a parte non andare fuori al ristorante per mangiare, non posso dire che ci sia un grosso cambiamento, in generale.”
Ma verso fine Aprile, è caduta e si è rotta una spalla. “Dalla scorsa settimana o giù di lì, la mia vita è stata anche leggermente più limitata perché sono inciampata su due cani e una pompa da giardino e mi sono rotta la spalla destra. Sono leggermente immobile.”
Prima dell’incidente, era concentrata sul terminare “Go Tell the Bees That I Am Gone”, il nono libro della sua saga letteraria su cui si basa la serie tv STARZ “Outlander”, che i fans stanno aspettando con impazienza. L’attesa è quasi finita.
“Lo finirò entro i prossimi due mesi, ammesso che non cada di nuovo e mi rompa qualcos altro”, dice la Gabaldon. Ma non aspettatevi una data di pubblicazione per l’estate.
“Come mio marito dice spesso, ‘Per uno scrittore, finito è un termine relativo.’ E lo è davvero. Possiamo scrivere – FINE – ma poi lo leggi da capo, trovi cose che vuoi aggiungere o eliminare e così via.” E ciò senza nemmeno considerare come la crisi in corso derivante dal coronavirus si ripercuoterà sull’industria editoriale, e potenzialmente sulla data di pubblicazione di “Bees”.
Ma prima che la pandemia ci forzasse tutti all’isolamento, la Gabaldon aveva scritto il penultimo episodio della stagione 5 di Outlander, intitolato “Journeycake”, adattando il proprio materiale cartaceo per il piccolo schermo.
Ecco cosa aveva detto a Town & Country sulla sua esperienza di sceneggiatrice per la serie tv: una scena che è stata eliminata, riflessioni su cosa avrebbero fatto Jamie e Claire durante la quarantena e un indizio su quando il pubblico potrà vedere il personaggio di Malva.
Prima di tutto, che cosa avrebbero fatto Claire e Jamie durante la quarantena?
Proprio come me, vivono in una parte remota del Paese. [La Gabaldon vive a Scottsdale, in Arizona.]
E finché i vicini non passeranno chiedendo dello zucchero, la loro vita sarebbe probabilmente appartata. C’è molta distanza sociale al Ridge.
D’altra parte, hanno spesso assembramenti, quindi probabilmente sarebbe necessario rinviare attività di condivisione come la macellazione di maiali. Ma esiste un certo ritmo nella vita rurale, devi prenderti cura delle cose quando succedono. Se il fieno diventa maturo, devi andare a raccoglierlo. C’è una certa quantità di rischio, ma visto il tipo di rischi che corrono in quel genere di vita, non penso che un’epidemia di questo livello avrebbe avuto un grosso impatto su di loro.
Raccontami come sei finita a scrivere un episodio per questa stagione.
Si è trattato di logistica più che altro. Stavo parlando con Matt Roberts (showrunner di Outlander), e stavamo discutendo se mi sarebbe piaciuto scrivere un episodio per la quinta stagione. Ho detto “Amerei scrivere un episodio, però possiamo metterci d’accordo per uno degli ultimi?” perché nutrivo speranze di finire Bees prima che arrivassimo a quel punto.
Ecco perché ho preso l’episodio 11. Era l’ultimo che non fosse il finale, che ovviamente volevano scrivere loro stessi.
La seconda parte della stagione 5 si sta addentrando nel libro 6, A Breath of Snow and Ashes. Cosa pensi del cambio della linea temporale dello show?
Considerando cosa stanno affrontando in termini di vincoli e spazio, credo che abbia senso perché ho trame che possono allungarsi per tre o quattro libri. E’ una storyline coerente, perciò non vedo davvero alcun problema nell’eliminare pezzi di trama di un libro e sintetizzarli con parti prese da un altro libro per creare una linea contigua.
Come la storia di Stephen Bonnet, ad esempio, che è stata inclusa adesso. Ha molto più impatto in termini televisivi, perché lo vedi apparire frequentemente, e non hai tempo per dimenticarlo. Mentre nei libri, una delle ragioni per cui sono così lunghi è perchè hai bisogno di rafforzare la memoria per i lettori che non leggono l’ultimo libro da un paio di anni.
C’era una scena particolare in questo episodio che non vedi l’ora di adattare per lo schermo?
Ce ne erano tre, in verità. Due erano scene iconiche dei libri, quindi non c’era un vero problema di adattamento. Si trattava più che altro di scegliere quanto materiale di ciascuna scena si poteva usare, perché c’è un tempo limitato. Così ho inserito l’intera scena (del libro) e poi loro hanno tagliato le parti che hanno ritenuto opportuno.
La prima scena che mi viene in mente è la scena con il microscopio. Hanno tagliato l’ultima parte del dialogo, e al pubblico probabilmente mancherà ma si godranno comunque la scena.
E poi c’è la scena sulla soglia della finestra, ovviamente, con cui mi sono divertita tantissimo. Viene prima della scena del microscopio, per ovvi motivi…
Dopo, c’era un’altra scena che era originale per lo show. E’ una delle mie scene preferite di questo episodio principalmente perché è stata recitata così bene da Sam e Sophie. Jamie da a Brianna il ritratto di William, e lei dice “Chi è?” e lui risponde, senza mezzi termini, “E’ tuo fratello.”
E’ una conversazione profondamente, intimamente emotiva ma di basso profilo che la rende così toccante. Sono stati grandiosi. Sono tornata a guardare quella scena una decina di volte, almeno.
Quando scrivi per la TV, accenni alle storie più approfondite presenti nei libri? Con l’episodio 5×11, penso alla depressione di Ian, che non è stata spiegata interamente nello show, ma ovviamente sembra che i lettori conoscano molto di più della situazione.
Scrivere sceneggiature per la televisione è una grande impresa collettiva. Perciò, nonostante lo sceneggiatore abbia molto potere e possa caratterizzare un episodio con la propria impronta personale e la propria sfera emotiva, sta comunque lavorando su un progetto, in un certo senso. I produttori esecutivi ti danno una lista dicendo “Abbiamo bisogno di fare tutto questo”.
E’ tutto pianificato – certi elementi sorti negli episodi precedenti con cui devi lavorare, far terminare un episodio con questi elementi che possono essere usati nel successivo… E mentre proseguono con le loro richieste, ci sono persone che eliminano certe cose, altre persone che le reinseriscono.
In riferimento a Ian, la prima discussione è stata che volevano il passato di Ian fosse accennato, “Vogliamo qualche indizio concreto di ciò che gli sia accaduto senza realmente raccontare la storia”.
Così avevo scritto una breve scena nella quale Ian ritorna a casa, al Ridge. Si ferma a distanza e si siede, guardando alla luce proveniente dalle finestre, sentendosi estraneo e solo. Avevo scritto un breve flashback in quel punto, dove lo vediamo con i Moicani. Era in una foresta e osservava, attraverso le foglie, qualcosa. Vediamo un primo piano delle mani di una donna che piegavano e ripiegavano un cervo…inserendolo poi dentro il tronco di un albero. Pensavano fosse troppo esplicita, così l’hanno tolta. La battuta “E’ qualcosa tra un uomo e sua moglie” era quanto più vicino fossero disposti ad andarci.
I fans amano parlare delle differenze tra lo show e i libri. E una cosa a cui si sono molto attaccati in questa stagione è che Malva [un personaggio che nei libri fa da aiuto medico a Claire al Ridge] non fa parte della storia. Che cosa ne pensi?
Penso che non mi sia permesso di parlare della stagione 6, questo è ciò che penso.
Va bene, lo considererò come un indizio! Saresti interessata a continuare a scrivere per la serie tv nella stagione 6?
Oh, sì. Sì, mi piacerebbe. E’ completamente diverso dallo scrivere un romanzo, ma è molto divertente.