Ron D. Moore intervistato da EW e nuova foto di Claire e Frank Randall
La nuova serie drama della Starz “Outlander” promette di portare in vita una saga romantica con viaggi nel tempo molto amata oltre al ritorno dello showrummer di “Battlestar Galactica” Ron Moore sul piccolo schermo.
Come ben sanno i lettori dei libri scritti da Diana Gabaldon, la storia narra le vicende di Claire (Caitriona Balfe), un’infermiera che curava i feriti sui campi di battaglia della Seconda Guerra Mondiale che si trova in vacanza con il marito Frank (Tobias Menzies) in Scozia. Claire precipita in un portale che la fa viaggiare nel tempo fino al 18° secolo, dove s’innamora di un giovane guerriero Jamie Fraser (Sam Heughan). Questa in alto è la prima foto dello show proveniente dal 1945 e sotto l’intervista che EW ha realizzato con Moore, che oltre ad essere lo showrunner di “Outlander” è impegnato nella produzione del promettente thriller “Helix” per l’emittente televisiva Syfy. Moore ci fornisce alcuni dettagli su “Outlander”, oltre alcune considerazioni sulla serie fantasy di successo della HBO “Game of Thrones” e sul potenziale futuro televisivo di alcuni franchises sui quali ha lavorato in precedenza (Star Wars e Star Trek).
ENTERTAINMENT WEEKLY: Hai detto in precedenza che è stata tua moglie a raccomandarti il libro. Che cosa ti ha affascinato della storia?
RON MOORE: Sono un fan della storia e della narrativa storica. Ma penso che quello che mi ha attratto è il personaggio centrale di Claire. E’ intelligente, divertente ed interessante e mi piace che sia una donna degli anni ’40 piuttosto che dell’era contemporanea. Mi piace il modo con cui affronta le situazioni. Affinché il pubblico accolga positivamente la premessa, il personaggio doveva essere molto reale e con i piedi per terra. Lei non se ne va in giro facendo stupidi commenti sul 20° secolo e cercando telefoni. Ed è un’infermiera, ha delle vere abilità di cui i guerrieri Scozzesi hanno bisogno. Non conoscevo nulla di questo periodo storico della Scozia e sono stato risucchiato dentro questo mondo.
Com’è stato il casting di questi due personaggi principali che godono di un solido seguito da parte dei fans dei libri?
Moore: Ci dicevamo che lì fuori era pieno di Claire. Troveremo facilmente Claire mentre trovare il suo amore scozzese Jamie ci ucciderà – è lui il personaggio più tosto. Ovviamente, è accaduto l’esatto opposto. E’ stato davvero molto difficile trovare qualcuno che fosse Claire. Lo show è sulle sue spalle in modo molto reale – lei è in ogni scena, ogni giorno, e richiedeva un’attrice in grado di portare quel personaggio in vita con molta profondità.
Qual è stato l’aspetto più importante nella sua scelta?
Moore: La caratteristica più decisiva è che lei sia intelligente. La vedremo pensare molto. E’ un personaggio che pensa tutto il tempo – non ha nessuno a cui rivelare il suo segreto. E Caitriona possiede tutto questo.
Qual è il tuo approccio nell’allestire il passato?
Moore: Stiamo tentanto di mettere in scena un’opera che sia la più autentica possibile. Non stiamo provando a reinventare il 18° secolo e renderlo “cool” per il pubblico moderno. C’è la tentazione di far apparire opere d’epoca come costume drama, nei quali tutti è molto pulito e meraviglioso. Noi intendiamo dare una sensazione più grezza e cruda di quella che era la vita all’epoca.
Considerando che sei su Starz, quanto sesso avrà lo show?
Moore: E’ uno show intimo in un’ambientazione epica. C’è la giusta quantità. Non dobbiamo aggiungere molto; c’è molto sesso nel libro. C’è anche la giusta dose di violenza, ma non è uno show di battaglie – non ci interessano gli spruzzi di sangue in slow motion.
Visto che stai lanciando una serie drammatica fantasy su un premium cable, sei influenzato da tutto il successo di “Game of Thrones” della HBO?
Moore: Ha sicuramente fatto da apripista e dimostrato che il fantasy e il materiale letterario ha un forte pubblico sul premium cable. Hanno mostrato anche che puoi prendere un fanbase esistente di lettori e trasformarlo in un pubblico e poi ampliare quell’audience. Non pensiamo a noi stessi come il loro rivale perché hanno vinto quel pezzo di mondo e fanno quello che fanno in modo eccellente. Vogliamo trovare il nostro spazio.
Il piano è quello di fare una stagione per libro?
Moore: Lo schema generale è una stagione, un libro. Ci saranno 16 episodi per la prima stagione, e copriremo interamente il primo libro.
Da quando ti occupavi di “Battlestar Galactica”, i drama serializzati sono decollati. C’è qualche serie che ti ha colpito particolarmente o che ti rende le cose più facili o più difficili nel fare Outlander?
Moore: E’ difficile da applicare in modo specifico per Outlander. Sono un fan di Game of Thrones, sono rimasto molto colpito da come hanno portato avanti il processo di adattamento. Meno con “The Walking Dead”, perché hanno cambiato molto rispetto al materiale originale e che ha avuto molto successo, mentre io cerco di restare fedele al materiale di base. Sono rimasto colpito da “Homeland” e dalla sua abilità di scioccare il suo pubblico e “Mad Men” per la sua totale dedizione al personaggio.
Qualche aggiornamento sulla serie live-action “Star Wars” che tu hai aiutato a sviluppare tanto tanto tempo fa?
Moore: Non so nulla. I diritti sono di proprietà della Disney adesso.
Ho sentito che George Lucas voleva farne uno show che sarebbe stato impossibile da realizzare per la TV, con un budget ragionevole.
Moore: Dipende dal tuo livello di aspettative. Quello che George voleva fare, la sua portata era straordinariamente ambiziosa per un budget televisivo. Molta CGI e complicato lavoro di effetti visivi. Esiste un modo per realizzare le serie su una scala più producibile, ma sarebbe comunque costoso. Se vuoi fare una serie tv di Star Wars il pubblico si aspetterà un certo livello di “wow.” Gli scripts erano stati scritti come se il denaro non fosse un problema. George diceva “Non preoccupatevi”. Il produttore Rick McCallum si sarebbe lamentato e messo le mani ai capelli per tutto il tempo. Quindi per noi era “Ok, fan*ulo, scriviamo quello che vogliamo”. Ma se avessimo voluto tornarci sopra poi avremmo realisticamente potuto farlo.
Che dire di Star Trek, hai sentito qualche rumour per una nuova serie su questo fronte?
Moore: Mi piacerebbe rivedere Star Trek in formato serie tv. Ho sempre sentito che Star Trek fosse tagliato come show televisivo. Lo spettacolo è concettualmente costruito attorno a un gruppo di personaggi che vanno in giro e si occupano di dilemmi morali o etici. Tutte quelle storie individuali dei personaggi non possono essere fatte in un film, perché la posta in gioco è enorme – l’universo è a rischio – e tutto sarà sempre su Kirk e Spock. Ma il cuore dello show per me è una storia di avventura che può essere esplorata solo nel regno della TV e mi piacerebbe rivederlo. Penso che J.J. [Abrams] abbia fatto un lavoro enorme. E’ in attesa di tornare in tv per fare l’altra cosa per cui è conosciuto – uno show sulle idee e non solo sull’azione.
2 commenti
Pingback:
Pingback: