Outlander,  Stagione 1

Sam Heughan e Tobias Menzies parlano di Black Jack Randall

Con il ritorno della seconda metà stagione di Outlander, abbiamo ritrovato anche uno dei personaggi più nefasti della serie: Black Jack Randall. Lo abbiamo rivisto attraverso dei flashbacks nell’episodio “Lallybroch”, interagire con i Fraser – sia Jenny che Jamie – dipingendo un quadro ancora più intenso sul cattivo che è al centro del conflitto dello show. Nerdist.com ha parlato, in occasione dell’Episodio 1×12, con Sam Heughan e Tobias Menzies sulle dinamiche intercorse fra Black Jack, Jamie e Jenny.

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**Spoilers se non siete in pari con la programmazione americana**

Cosa ne pensi degli aspetti più cupi con cui abbiamo a che fare quando si tratta di Black Jack in questa seconda metà?

Tobias Menzies: Essenzialmente è materiale molto divertente da recitare, perché è ricco ed emozionante; ti da ampio margine di spazio su cui lavorare in qualche modo. E’ davvero un grande, interessante e complicato personaggio come spesso lo sono i cattivi. Guardiamo serie drammatiche e guardiamo storie attraverso le quali viviamo, indirettamente, e vediamo la gente fare cose che non è permesso fare e Jack è sicuramente in questa tradizione. Dice cose che non oseremmo dire. Ovviamente si spinge molto più avanti in acque molto più scure [questo metà di stagione], ma penso abbiamo sempre avuto la tradizione delle fiabe più cupe, dall’infanzia in poi, e credo che gli esseri umani siano sempre attratti dalle storie più oscure. E’ come una sorta di parabola, non è vero? E’ un modo di affrontare questo genere di cose senza doverle sperimentare nella nostra vita.

Jamie in particolare sembra avere rapporti molto complicati nella sua vita, come con Jenny, sua sorella e Black Jack.

Sam Heughan: [ride] Sì, è molto complicato. Tutto risale a quel fatidico momento su cui torniamo tramite flashback, in molti episodi – la fustigazione – e ciò che lui crede sia successo alla sorella con Black Jack e che lui [Jamie] non è riuscito a fermare. Inoltre ritiene suo padre sia morto per colpa sua, quindi ha molti problemi e rapporti che non ha affrontato – è fuggito in Francia ed in Spagna per combattere queste battaglie, invece.

E tuttavia ha un’empatia che si percepisce come molto insolita per quel tempo, considerando come ha gestito la proposta di Black Jack.

Sam Heughan: La fustigazione che Randall impone a Jamie proprio all’inizio [della serie] sembra essere il momento che da il via a questa epica battaglia di volontà tra loro ed è un dato di fatto che Jamie non si rinuncerà e non si arrenderà a Black Jack. Black Jack non può spezzarlo e penso che sia in questo momento che Black Jack diventa affascinato da Jamie e da dove deriva questo strano legame tra di loro.

Questo affronta anche l’idea che lo show funzioni davvero bene – usando il sesso e il potere come sovversivo per manovrare i personaggi. Cosa si prova ad essere in quei momenti?

Sam Heughan: Penso ci si senta forti. Penso che se non ci fosse, lo show sarebbe completamente diverso e forse qualcos’altro. E’ molto importante e sconvolgente come attore – siamo costantemente chiamati a rivalutare chi siamo e chi sono i nostri personaggi e penso sia fantastico. Non voglio rivelare troppo sul finale di stagione, ma mette in discussione molte delle cose che pensiamo di sapere circa questi personaggi e penso che sorprenderà continuamente le persone. Penso sia una cosa importante in una serie tv, in modo che il pubblico non abbassi la guardia. La prima metà di stagione ti dava davvero tempo per respirare, ma siamo davvero decollati [nella seconda metà]. A volte i cambiamenti sono sottili, ma penso siano sempre ad un livello lineare e credo sia quello che Ron Moore riesce a fare. Con ogni episodio pensi di sapere che cosa sta per accadere, ma finisce per essere completamente diverso. Come il settimo episodio, che inizia improvvisamente con Frank negli anni ‘40. Spinge costantemente il pubblico a guardare alla situazione da un punto di vista diverso.

La cosa interessante di Black Jack è che – è sicuramente un cattivo non c’è dubbio a riguardo – stiamo vedendo adesso molte delle macchinazioni dietro il perché sia un tale stronzo!

Tobias Menzies: E così spietato! Sì è corretto. [ride] In un certo senso non è mio compito giudicarlo – era materiale difficile da impersonare – ma ogni buona storia ha bisogno di un buon cattivo e qualcuno deve pur farlo.

Cosa pensi affascini Black Jack di Jamie in quel modo?

Tobias Menzies: E’ interessato a persone affini a lui per ingegno ed arguzia. In tutti gli scambi che ha avuto con Jamie e Claire, davvero, è come una partita a scacchi, quindi penso che invece di essere scoraggiato da esso in realtà è attratto dalla battaglia. Penso che ne sia eccitato. Ed è certamente radicato nell’evento della fustigazione di Jamie la seconda volta e vede [Black Jack], come questo giovane uomo sia in grado di sopportare il dolore più di chiunque altro abbia mai visto prima.

Ho sempre pensato al personaggio come ad uno studio sul sadismo. E ovviamente per un sadico, qualcuno che può sopportare molto dolore è qualcosa che lo interessa. [ride]. E penso che genere di suscita il suo interesse e continua da lì. Penso che l’interazione tra Jamie e Jack è meno stile botta e risposta come una partita mentale a scacchi e più invece una sorta di incontro di, non so, un angelo buono e uno cattiva, davvero. Penso che Jack sia interessato dalla genuina rettitudine e valori morali di Jamie. Non in modo pomposo, non in modo studiato, ma ha [Jamie] una intrinseco e fondamentale dignità che credo Jack sia in grado di riconoscere anche se è qualcosa che si può aver perso. Non significa che possa essere attratto da questo – forse anche nostalgico. Tutte queste cose sono mixate.

Bene, ora che ne stai parlando, è interessante perché Jamie è – dal momento che entrambi sono fan del dolore – quasi l’altra faccia della medaglia [di Jack Randall]. Sappiamo che Jamie trae anche un po’ di piacere dal dolore. [ndr: riferito alle sculacciate a Claire]

 Tobias Menzies: Penso che sia il calcolo, la precisione di tutto questo, che è inquietante. Ero entusiasta si trattava di questo, davvero – che Jack sta psicologicamente ed emotivamente smantellamento Jamie.

Ron e gli scrittori fanno un ottimo lavoro nel camminare su questo filo sottile nell’affrontare questi temi, ma dando loro lo scopo ed il contesto che devono avere, al fine di renderli interessanti e reali.

Tobias Menzies: Penso sia giusto, non si stanno trattenendo. Si tratta di un ulteriore dispiegamento degli ingredienti che sono stati disseminate nella prima metà. Si procede in avanti; in un modo un po’ più chiaro vediamo il suo sadismo in azione. La precisione, l’attenzione al dettaglio, che è dove l’oscurità risiede davvero. Ovviamente la violenza è sgradevole, ma è come la violenza è condotta – non è dettata da rabbia o perdita di controllo, in realtà nasce dalla cosa opposta, e penso questo sia ancora più inquietante. Scopriremo di più su questa qualità.

Cosa ne pensi della scena con Jenny?

Tobias Menzies: Ovviamente una delle cose principali e definitive è stato il problema [di Jack] di non essere in grado di avere un’erezione e lei ride di lui, comprendendo la situazione. Non volevo che fosse solo sull’omosessualità o sul fatto che lui si ecciti solo con uomini, ho voluto che fosse più come un’umiliazione. [Jenny] si è in qualche modo connessa con qualcosa di antico in lui ed in qualche modo…più è strano e meglio è, davvero. Doveva risultare non necessariamente come se lui fosse senza virilità o indebolito da esso – ma era il fatto che lui avesse quasi falliti ma ancora avesse un elemento di pericolo in sé. Non volevamo diminuire troppo la figura di Jack, in termini di ciò che rappresenta per tutti. Penso che sia risultato[ride] relativamente inquietante.

Sì, è super inquietante ma anche ampiamente sovversivo considerato il risultato con [Jenny] che ride ed quasi prende il controllo in un modo che probabilmente non andava a vantaggio della donna tanto spesso. [ride]

Tobias Menzies: Anche questo rende ancora una volta tutto molto psicologico ed interessante. Forse l’unico tipo di difesa contro questo tipo di tirannia è ridicolizzare, è l’umorismo. Fare satira, sai.

E’ una situazione interessante in cui porre il pubblico.

Tobias Menzise: Si! Vediamo qualcuno che, qualunque cosa si pensi del modo in cui fa le cose  o per quanto riprovevole il suo comportamento sia, si tratta di qualcuno che esprime ste stesso, esprime la propria vera natura per quanto inquietante sia. E credo questo sia sempre interessante.

 

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