Diana Gabaldon,  Outlander

Diana Gabaldon: “La Mia Breve Carriera come Attrice TV” Parte 2

Diana Gabaldon ha raccontato attraverso la sua pagina Facebook la sua esperienza sul set di Outlander, in occasione delle riprese del suo piccolo cameo nel ruolo della “moglie di un mercante”. Questo è la traduzione della Parte 2 del suo resoconto intitolato “La Mia Breve Carriera come Attrice TV” (Potete leggere la Parte 1 cliccando >>QUI<<).

Sì, sento quello che state dicendo. Ma per quanto riguarda la parte recitativa?

Beh, bella domanda. Innanzitutto, il mondo Outlander è enorme. L’hanno creato da un’enorme fabbrica in disuso di qualche tipo (di elettronica, n.d.r.) e camminarci dentro e vedere com’è stato trasformato è sorprendente. Vi dirò i dettagli del nostro tour in un post successivo però – ho il tempo molto limitato, e voglio raccontarvi della recitazione. Il punto sull’immensità di questo mondo però è che il luogo comprende due grandi sound stages – di cui uno ha il set della Sala Grande (Great Hall) a Leoch.

Ho passato gran parte della giornata di oggi in compagnia di varie persone interessanti, tra cui alcuni dei pubblicisti Starz, uno dei quali ha detto che era OK per me rivelare (ta-dahh!) di essere coinvolta in alcune riprese per il Raduno.

Volevano che venissi a filmare il mio cameo per questa parte specifica perché un certo numero di addetti stampa/ media sono stati invitati, e sono stati invitati ora a causa della natura spettacolare del Raduno: decine di comprimari (alias Extra) in magnifici costumi, scenografia mozzafiato, e un sacco di roba interessante.

In origine, avevano chiesto se mi sarebbe piaciuto essere un Extra, e ho detto Sicuro, potrebbe essere divertente, e i fans si sarebbe chiesti “Dov’è Waldo?” quando lo show fosse stato trasmesso. Ma alcune settimane dopo, il team della produzione mi ha inviato una email dicendomi che stavano pensando a questo; se fossi un Extra, avrei dovuto restare sostanzialmente nello stesso luogo per tre giorni (come se si potesse tirare fuori un Extra dalle scene di massa accuratamente composte senza rovinare tutte le configurazioni scrupolose a cui il regista e il DOP (direttore della fotografia, e una persona di Vitale Importanza; più info su Neville a breve) hanno lavorato.) Come produttore ha detto, “La novità svanisce in fretta.”

Quindi sono saltati fuori con una proposta migliore; Matt Roberts, lo sceneggiatore di questo particolare episodio (è un uomo molto piacevole, malgrado la barba alla Guy Fawkes), avrebbe scritto una piccola scena per me. Solo un paio di battute di dialogo. Potevano filmarle abbastanza rapidamente, e poi sarei stata libera. “Grande!” dissi.

La signora in questione è al Raduno (Gathering), e la scena in questione si svolge in una delle gallerie alla Sala Grande (Great Hall). Non dovrei postare foto dei set o descrivere i set in modo dettaglio, ma ehi, voi avete letto il libro; sapete quale aspetto abbia.

Candelabri - Outlander Starz InstagramE’ Un Set Impressionante, mettiamola in questo modo. Tra le altre cose – un bel po’ di cose – ha fiaccole e candele praticamente ovunque, lampadari enormi, con tre o quattro dozzine di candele di cera (e sono di cera vera, Matt ha detto che la cera calda gocciola non di rado sulle persone che si trovano sotto – uno ha gridato in risposta di esser stato schizzato dalla cera, ma era meglio che essere frustato), applicazioni ornate per coppie di candele a parete, candelabri su tutte le superfici orizzontali… e due grandi focolari che divampavano a distanza (fiamme a gas lì e nelle torce). TANTA luce – arricchita da enormi luci di scena (che probabilmente hanno un nome tecnico ma non lo conosco) che, dotata di gel, è in grado di simulare qualsiasi cosa, da mezzogiorno al chiaro di luna. Aggiungi un spruzzo denso di nebbia/foschia artificiale che chiamano “Atmos” e ottieni la Vera Atmosfera.

Il punto qui è che quando tutto è acceso, si avverte maledettamente caldo su quel set. Aggiungi poche decine di persone vestite in abiti di lana (tutti i costumi che stanno utilizzando sono autentici tessuti d’epoca, naturalmente) e la temperatura risultante della massa corporea contribuisce quasi quanto il calore che fanno le luci.

Un punto importante della fisica: il calore aumenta .

Così sto in piedi in galleria, con indosso una decina di chili di lana e velluto, in compagnia di una dozzina di altre persone abbigliate in modo simile. E Neville (Neville Kidd, e vi incoraggio ad andare a vedere il suo spettacolare show- reel su nevillekidd.com) imposta le luci solo per effetto scenografico, e con i cineoperatori, sta creando un’inquadratura Molto Ambiziosa, davvero lunga, che va in fondo alla hall, su per le scale, attraverso la galleria e l’altra estremità, e richiede l’uso di una gru, una piattaforma elevatrice e la Steadicam. (Mio marito, che ha guardato tutta la tecnica messa a punto – che ha richiesto ore – mi ha detto che la Steadicam era in realtà la star dell’intero episodio: “Dopo ogni corsa, l’appendono nella sua struttura, l’accarezzano, incipriano il naso e le danno un bicchiere d’acqua…”). L’attrezzatura necessaria per far funzionare questa cosa – gestita da un bel ragazzo di nome Ozzie con i capelli rosso scuro (parzialmente ginger… ), era di per sé chiaramente Bionica.

Forse capite dove voglio arrivare con questo discorso, persone intelligenti quali siete…

Ciac Outlander Starz InstagramSì, gridano davvero “Azione!” quando iniziano una ripresa, e “Taglia!” quando la terminano. Seguito, di solito, da “Facciamo di nuovo”. Anche se una ripresa funziona bene, loro fanno più riprese di una scena per “copertura”, nel senso che vogliono abbastanza materiale in modo che possano scegliere il filmato che vogliono per il taglio finale editato. E sì, utilizzano ciac (uno Immenso, per questa particolare scena) con le informazioni pertinenti alla scena/ripresa.

Mentre l’impostazione tecnica principale era stata fatta tutta il giorno prima (non l’avevo vista, perché sono stata intervistata non-stop, ma Doug me ne ha parlato), richiede ancora molto tempo per resettare una ripresa, specialmente se è necessario regolare le luci. E una ripresa particolarmente lunga e ambiziosa richiede non solo un’illuminazione ideale e un ideale funzionamento della camera – tutto nella ripresa deve fare esattamente la cosa giusta al momento giusto. O la fai ancora. E ancora. E ancora. Con abbastanza lunghe attese tra gli “ancora”. (Come una nota attrice, alla quale non darò nome, ha commentato “Un’altra ripresa – un’altra possibilità di mandarla a p*ttane”).

Il caldo aumenta. E dal momento che eravamo stati lì per tre ore, c’erano circa 39 gradi nella galleria. (Non sto scherzando; vivo a Phoenix, Arizona e so com’è percepire 39 gradi.) Caitriona – che è entrata e ha lasciato la galleria in ogni ripresa, mi ha gentilmente prestato il ventaglio che portava (le era stato prestato da una delle persone del reparto Costumi), ed è stato molto gradito, soprattutto quando una degli Extra dietro di me è crollata a terra per via del caldo, rossa in faccia e grondante di sudore. Ho tirato fuori dalla mia manica il ventaglio e ho iniziato a sventolarlo sfrenatamente verso di lei, anche se solo per pochi secondi prima che un aiutante è corso in suo aiuto per portarla al piano di sotto.

A questo punto, hanno fatto uscire tutti fuori dalla galleria e aperto le porte per consentire alla temperatura di abbassarsi mentre resettavano per la ripresa successiva. Brian Kelly, il regista, si è avvicinato e di sfuggita mi ha detto qualcosa che ho capito come “Stai lì”, così ho fatto. Evidentemente mi stava dicendo di andare al piano di sotto, perché alla porta ha guardato oltre la sua spalla verso di me, che ancora ero lì, e l’ho sentito chiamare il suo Assistente (Aiuto Regista, colui che si occupa della pianificazione delle riprese e dell’organizzazione del set per conto del regista, e tecnicamente urla le riprese), “Davey , vieni a tradurre per me?” Gli accenti di Glasgow sono qualcosa di speciale…

Alla fine, ci sono volute cinque ore per ottenere quella ripresa (quando siamo tornati al loft, i ventagli erano stati necessari, così come l’acqua, e le cose erano un bel po’ più tollerabili).

Stranamente, non ero molto nervosa di recitare le mie battute. Lunedì, avevo avuto una bella riunione con Carol Ann Crawford, la dialect coach, che mi ha esposto la versione breve di “Come parlare con un accento scozzese” – molto utile. E dopo averlo detto una volta e superato la stranezza di sentirlo, ho pensato che probabilmente non sarei stata così male rischiando di rovinare la ripresa, quindi non mi sono preoccupata. Inoltre, il disagio fisico di essere “cotta” a morte, mentre stavo in piedi per ore portando scarpe col tacco alto che gettano tutto il peso sulle punte dei piedi, e di essere in grado di torcere il busto per alleviare la tensione sulla parte bassa della schiena, fa passare in secondo piano persino la paura da palcoscenico.

(In tutta onestà, non ho provato affatto paura da palcoscenico. Per prima cosa, è da diversi anni che parlo ad alta voce di fronte a centinaia di persone, e poi, ero abbastanza sicura che se avessi fatto qualcosa di orribile, non sarebbe stato oggetto di pubblica visione.)

Diana Gabaldon e Adhamh O’BroinOra, quando si fanno le riprese, ci sono – come detto – lunghe pause tra i ciac. E’ affascinante osservare ciò che accade in queste pause, specialmente quando ci sono un sacco di attori coinvolti. L’istante in cui l’Aiuto Regista grida “Stop! Facciamola di nuovo”, fiumi di addetti al trucco/capelli si riversano e si sparpagliano verso i propri attori assegnati, con spazzole, pettini, polveri e altri attrezzi a portata di mano. Il regista fa il giro, dando alle persone istruzioni – e vari specialisti, come il dialect coach e l’esperto di gaelico (quest’ultimo sarebbe Adhamh O’Broin, che avete visto nei video “Speak Outlander” – una star a pieno titolo.) prestano aiuto e consulenza.

Così ogni volta che c’era una pausa, qualcuno appariva davanti a me – a volte due o tre di loro – per correzioni o per dire: “E’ più un ‘Nyee – EW, piuttosto che ‘new’, e mantieni la forza sù per tutta la battuta.”

Davvero interessante; un prolungamento della sensazione di essere-trattato-come-un-pacco. Sei un oggetto inanimato fondamentalmente per la maggior parte del tempo. E “loro” (le persone della produzione) sanno esattamente dove ti trovi in ogni momento della giornata, sul set e fuori, in modo che possano trovarti all’istante. L’operazione è semplicemente troppo grande e troppo complessa per essere sostenuta mentre qualcuno cerca un attore mancante. Come uno del cast mi ha detto questo pomeriggio, “Sanno quando vai al bagno ed esattamente quanto tempo sei là.” Penso che questo potrebbe dare sui nervi dopo un po’, ma per i due giorni che l’ho fatto (ero in un’altra ripresa il giorno seguente – ci sono volute solo un paio d’ore per filmarla, e non c’erano persone al piano terra e molte meno candele accese, quindi c’era più fresco), il tutto è stato molto divertente.

Questo è l’aspetto più bello di essere uno scrittore; farai di tutto, così che tu possa scriverci sopra.

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